Superbonus 110%, fra sanatoria e rischio contenziosi legali.

Immagine di un Cantiere fermo: il superbonus tra sanatoria e contenziosi legali

Tante le novità portate dal Decreto Legge 212 del 29 dicembre 2023 in ambito bonus edilizi: dalla sanatoria per i lavori non terminati, alla possibile cessione dei crediti inerenti zone sismiche, sino alla previsione di un aiuto economico per famiglie con Isee basso (sotto i 15.000 €) e alla limitazione degli interventi inerenti le c.d. “barriere architettoniche”.

Aspetti che, contenuti in un decreto legge, ora dovranno essere convertiti dalle Camere entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione.

A destare le maggiori perplessità l’articolo uno del provvedimento inerente il Superbonus 110%, che statuisce una sorta di sanatoria per quanto riguarda la cessione del credito, o lo sconto in fattura basati sullo Stato Avanzamento Lavori (Sal) fino al 31 dicembre 2023. Tali detrazioni al 110% non saranno recuperate (richieste dal Fisco) se tali interventi non verranno completati, anche se il requisito del miglioramento di due classi energetiche non sarà ancora soddisfatto. In pratica, per i lavori già avviati solo coloro che hanno effettuato l’asseverazione entro il 31 dicembre 2023 potranno mantenere il beneficio nella sua originaria misura del 110%, lasciando per il prosieguo l’alternativa fra il passaggio ad un beneficio inferiore o, addirittura, l’abbandono del cantiere con opere eseguite a metà.

La norma, così concepita, rischia ora di creare caos in molti cantieri con un forte rischio di abbandono delle opere non ultimate per cui, come detto, non è previsto alcun recupero tributario ad opera dell’Erario.

Vari, quindi, gli scenari prefigurabili nei rapporti fra committenti, tecnici asseveratori, contractor ed imprese ed altrettante le ipotesi di contenziosi che potranno caratterizzare i relativi cantieri. Da un lato i privati non disposti a terminare le opere a loro spese, dall’altro le imprese che alzeranno le mani non avendo interesse (o possibilità) al prosieguo dell’intervento.

Un caos che, molto probabilmente, avrebbe potuto essere scongiurato a mezzo di una breve proroga del Superbonus 110%, utile all’ultimazione dei cantieri già in un avanzato stato di esecuzione.

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